Moltissimi siti hanno delle mappe. E la stragrande maggioranza utilizza Google Maps.
Il 16 luglio, però, se non ci sarà un adeguamento alle nuove regole, le mappe potrebbero essere visualizzate diversamente.
Google ha deciso di semplificare le sue 18 API (Application Programming Interface) dedicate alle mappe dividendole in tre servizi principali: Maps, Routes e Places. L’intento è rendere più facili ricerche, utilizzo e incorporamento delle mappe nei siti.
In quest’ottica ha cambiato anche i suoi piani tariffari: il vecchio piano Standard e Premium cessano di esistere e ci sarà un unico piano tariffario. Per regolarizzare chi oggi usa gratuitamente le API di Google la società ha pensato di fornirei un credito mensile di 200$, in grado di coprire tutte le spese di chi oggi fa un utilizzo gratuito delle API.
Fino ad oggi chi aveva un account standard utilizzava le mappe senza dover pagare nulla e senza bisogno di particolari registrazioni.
Oggi, invece, anche chi utilizzerà i servizi gratuiti dovrà avere una API KEY valida e un account di fatturazione.
L’API Key è una chiave di autenticazione che serve per continuare a visualizzare correttamente le Mappe di Google. Lo spiega bene il comunicato ufficiale, postato direttamente da Ken Hoetmer, Product Manager di Google Maps APIs a questa pagina: https://googlegeodevelopers.blogspot.it/2016/06/building-for-scale-updates-to-google.html.
Come si legge nella comunicazione ufficiale, il provvedimento non è retroattivo e dovrebbe interessare solo le nuove richieste.
Per richiedere una API Key è sufficiente accedere a Google Maps Platform e seguire una semplice procedura guidata.
Seguendo la procedura per richiede l’API Key verrà anche aperto un account di fatturazione, viene infatti chiesto di inserire una carta di credito valida. L’account serve per poter usufruire dei 200dolari offerti mensilmente da Google. Questa cifra è sufficiente a coprire tutte le spese di un normale uso delle mappe con un normale livello di traffico nel sito.
Le funzioni base, come le mappe native e l’incorporamento rimangono gratuiti.
Diventano a pagamento tutte le funzioni avanzate, e si paga in base al consumo, ossia verranno venduti pacchetti da 1000 chiamate, in modo da pagare solo quanto effettivamente consumato.
Molte delle funzioni a pagamento, se il sito non ha un traffico eccessivo, rientrano nei 200 dollari messi a disposizione da Google.
È anche possibile stimare i costi mensili con il calcolatore prezzi, un tool gratuito di Google Maps Platform, e impostare, eventualmente, un limite massimo di spesa giornaliera per non avere sorprese.